Breve storia di “Se la patria chiama …”:
Il giornale nasce a Bologna alla fine del ’71, per iniziativa spontanea di un gruppetto di militanti di varie estrazioni politiche e culturali: Libertari, marxisti, liberal-radicali, cattolici, valdesi, atei, etc., ma che si riconoscevano tutti nella pratica antimilitarista e nonviolenta.
Per supplire alle imposizioni della normativa di derivazione fascista sulla stampa, i primi due numeri del giornale vennero pubblicati (per gentile concessione del Partito Radicale) come supplemento della rivista “Notizie Radicali”, per cui il direttore responsabile fu Marco Pannella, dopodiché divenne testata autonoma, con direttore responsabile Aloisio Rendi, che si prestò mettere a disposizione il suo buon nome, senza aver idea di cosa sarebbe stato pubblicato, per puro spirito democratico.
A Bologna, in ambito antimilitarista/nonviolento, tutte queste “anime” si riferivano ad una organizzazione informale che si chiamava “Gruppi Nonviolenti Bolognesi” (non a caso la denominazione era pluralistica). Anche i redattori di “Se la patria chiama …”, ovviamente, erano parte di quell’ambiente. Anche che se l’iniziativa editoriale era autonoma, nasceva proprio a seguito di una prima pubblicazione dei GNB.
Salvo errori e omissioni, la redazione bolognese era costituita da:
- Alessandro Secciani
- Alessandro Testoni
- Angelo Isola
- Antonio Ghibellini
- Antonio Pesce
- Fernando Del Grosso
- Giancarla Codrignani
- Leonardo Giusti
- Mauro Minnella
- Valerio Minnella
Malgrado la pubblicazione fosse un po’ discontinua, il giornale, per essere una piccola fanzine settoriale, ebbe una discreta diffusione.
Ne venivano stampate 5.000 copie per numero, sempre vendute pressoché tutte, sia nelle edicole di alcune città, sia in alcune librerie (Feltrinelli), sia per diffusione militante da parte di diversi gruppi nonviolenti/antimilitaristi italiani.
A fine ’72 il gruppo bolognese, un po’ “affaticato”, cedette la gestione ai compagni del G.A.P. (Gruppo Antimilitarista Padovano), che già collaboravano strettamente, e quindi la redazione si trasferì ufficialmente a Padova, eleggendo la sede presso l’abitazione di Claudio Pini.
Nell’estate del ’73, la storica indicazione “Giornale Antimilitarista” venne modificata nella più ampia dicitura “Periodico di lotta e documentazione sull’esercito”.
Con il numero 32/33 dell’ottobre 1974, la pubblicazione di “Se la patria chiama …” terminò.