Dove sei Palestina? Nelle macerie di Gaza Nelle case sventrate della Cisgiordania Nei campi profughi sparsi per Mezzo Oriente Nelle generazioni cresciute nel racconto dei ricordi In una bandiera che punta al cuore Un triangolo che sanguina perché ha perso i colori del cielo e del mare Dove sei Palestina? Nel volto sfigurato Nell’arto amputato Nella testa mozzata Nel gioco deriso Nei brandelli di corpi lasciati in pasto ai cani affamati Nei vestiti della festa che hanno ascoltato solo il boato delle bombe Dove sei Palestina? Nei milioni di corpi esiliati fuggiti espulsi estirpati come i loro ulivi melograni limoni frutti senza radici Corpi senza voce sparsi in ogni continente nell’attesa infinita di un impossibile ritorno Sotto le macerie la carne si decompone insieme alla pietà si aggirano ombre umane a interrogare il nostro silenzio i morti non vengono sepolti perfino l’aria di Gaza si è fatta tomba nulla viene risparmiato la crudeltà artificiale insegue la vita ovunque: negli ospedalicimiteri nelle scuolecimiteri nei luoghi dichiarati sicuricimiteri si dichiara eletta da dio la mano che uccide tortura e violenta il futuro un dio sadico e violento dietro a cui si nascondono fanatici della malafede occupanti di una promessa insanguinata colonizzatori di un desiderio altrui Dove sei Palestina? Nelle tende perennemente provvisorie nelle mani giunte per una goccia d’acqua negli stomaci vuoti negli occhi dei bambini che chiedono il perché di tutto questo orrore Dove sei Palestina? Nelle voci dei poeti “ in cielo, la nuova Gaza è libera dall’assedio. Sta prendendo forma adesso”, ultime parole di Hiba Abu Nada che sono rimaste scolpite nello spazio virtuale La Palestina vive in poche schegge di luce Negli occhi di chi non ha più un tetto ma resiste con la fiducia nel bagliore Che ci regalano le stelle